Sei un appassionato di cinema e vuoi sapere come si scrive una sceneggiatura? 

O sei già uno sceneggiatore affermato ma non vuoi mai smettere di imparare?

Di seguito troverai i consigli per scrivere la sceneggiatura perfetta! Ricorda però: una buona idea è alla base di tutto il lavoro.

Iniziamo spiegando brevemente, per i novelli appassionati, cosa è una sceneggiatura.

La sceneggiatura è il testo strutturato di un’opera destinata al teatro, cinema o televisione, nel quale vengono descritti tutti i passaggi necessari alla sua realizzazione.

Lo stile narrativo non deve essere descrittivo, bensì rapido ed incisivo al fine di far emergere chiaramente e rapidamente gli aspetti che colpiranno lo spettatore durante la visione dell’opera realizzata.

In una sceneggiatura troviamo la descrizione degli elementi visivi e sonori, delle ambientazioni, delle azioni dei personaggi, dei dialoghi; una sceneggiatura contiene, inoltre, la descrizione minuziosa di ogni singola inquadratura.

La stesura di una sceneggiatura, pertanto, non è così spontanea come si potrebbe pensare, ma segue alcune fasi che sono alla base anche del processo creativo.

Le fasi fondamentali per scrivere una sceneggiatura sono le seguenti:

  • Soggetto o script. È un breve racconto che descrive l’idea, la storia, i personaggi.
  • Trattamento. È un ampliamento del Soggetto in forma narrativa. Vengono descritti gli ambienti, l’ordine delle scene, le azioni e i dialoghi principali.
  • Scaletta. È uno schema dell’intreccio narrativo
  • Sceneggiatura. La descrizione dettagliata di tutte le scene, con dialoghi, inquadrature e descrizioni di luoghi e oggetti. La lunghezza della sceneggiatura è compresa tra le 95 e 125 cartelle.

A concludere il lavoro ci pensa lo Storyboard, ovvero la messa in immagini delle scene.

La sceneggiatura si presenta in un foglio A4 (21×29,7) o formato lettera (21,6×27,9), in caso di sceneggiatura americana, con una forma ben codificata e molto rigida. Utilizzando queste regole di formattazione si può misurare, con un’approssimazione accettabile, la durata del film, che si aggira attorno a un minuto a pagina: 

  • Il carattere utilizzato è Courier o Courier New, grandezza 12
  • Non si inseriscono spazi tra una riga e l’altra
  • Non si va mai a pagina nuova dopo la conclusione di una scena
  • Il margine sinistro della pagina è di 3,5 punti, il destro di 2 punti, mentre i margini superiori e inferiori di 3 punti
  • Il testo è giustificato a sinistra
  • Il nome del personaggio che parla ha un rientro a sinistra di 6,35 cm, mentre il dialogo relativo di 3,5 a sinistra e 4,5 a destra
  • La distanza ulteriore tra la fine di una scena e l’inizio di un’altra è di 12 punti
  • La distanza ulteriore tra l’intestazione di una scena e la prima riga dell‘azione relativa è di 6 punti
  • La distanza ulteriore tra i paragrafi di dialogo è 6 punti

Ma torniamo al tema principale; ecco di seguito i consigli per scrivere una sceneggiatura.

Copiare… ma solo per prendere spunto!

Nonostante gli sforzi che puoi fare, trovare un’idea del tutto nuova e assolutamente originale è quasi impossibile; questo perché negli anni sono state scritte molte storie di ogni tipo, quindi qualsiasi idea sembrerà già vista, già letta e già sentita.

Fatti guidare, quindi, da storie già esistenti, ma attenzione a non copiare, altrimenti rischierai di essere accusato plagio.

SI: partire dalla stessa idea iniziale, ciò che conta è come viene sviluppata.

NO: incrociare più storie esistenti, verrà solo un miscuglio di idee.

Di fronte al foglio bianco… niente panico

Chi non si è trovato di fronte al foglio bianco, in preda a quello che viene chiamato “il blocco dello scrittore”?

In questa fase si finisce a fissare il foglio per minuti, ore, o anche giorni interi, senza sapere come iniziare a scrivere, né che argomento trattare.

La cosa migliore da fare è scrivere la storia di un personaggio simile a te che si muove in un ambiente che conosci bene; sarà molto più facile far girare le idee nella tua testa e iniziare il tuo testo.

Una volta scritta la prima riga, poi, tutto il resto verrà da sé.

Lascia riposare la sceneggiatura!

Dopo aver completato la stesura della sceneggiatura, è buona pratica staccare la mente per qualche giorno e dedicarti ad altro.

Riprendi quindi la sceneggiatura in un secondo momento e rileggila criticamente; a mente lucida ti renderai conto di errori che altrimenti non avresti considerato. 

A questo punto apporta tutte le modifiche necessarie.

Ripetere questo passaggio anche più di una volta!

Impara a “giocare in squadra”

Spesso ti troverai a lavorare ad una sceneggiatura insieme ad altre persone, ed altrettanto spesso vi troverete in disaccordo.

In questi casi cerca di non imporre sempre la tua idea; gli altri risponderanno alla stessa maniera ed il risultato sarà solo una sceneggiatura discontinua e discordante. Parti dall’idea che anche i tuoi compagni di team possono avere delle belle idee, e che tu stesso potresti non averne di migliori.

Ma nel concreto, cosa puoi fare per evitare di incappare in questa scomoda situazione di disaccordo? Porsi tutte le domande che vengono in mente pensando ad una scena; portare all’attenzione degli altri i propri dubbi aiuterà a trovare la soluzione ai problemi che nascono scrivendo.

Non buttare via nulla!

Hai scritto una scena ma non sai se è realizzabile o meno? Chiediti piuttosto se la storia è plausibile e soprattutto interessante.

Se la risposta a quest’ultima domanda è negativa, comunque, non cestinarla ma mettila da parte, potresti averne bisogno in un secondo momento; durante lo sviluppo della sceneggiatura molte cose potrebbero cambiare, portandoti a prendere la decisione di cambiare un po’ la storia e, chi lo sa?!, forse avrai bisogno proprio di quella scena.

Sii chiaro!

Ricorda di essere sempre chiaro e comprensibile quando scrivi la tua sceneggiatura.

  • Segnala sempre se si sta cambiando il tempo della narrazione, con flashback o flashforward.
  • Utilizza i “termini del mestiere”, ad esempio est. (esterno), int. (interno).
  • Specifica sempre l’ambiente, interno/esterno, momento del giorno e tutto ciò utile alla comprensione del testo.
  • Numera le scene; se devi aggiungerne una nuova tra due esistenti utilizza le lettere dopo il numero (ad esempio 44 e 44 A).
  • Inserisci ulteriori elementi che servono a chiarire meglio determinate situazioni.
  • Dai precise indicazioni su suoni, musiche e rumori.

Attribuisci i nomi

È buona pratica attribuire dei nomi a tutti i personaggi che hanno qualche battuta di dialogo, anche quelli più piccoli.

Questo serve a evitare di attribuire nominativi tipo “uomo” “uomo 1”, “uomo 2”, che appesantiscono la sceneggiatura e rendono più difficile il lavoro successivo di produzione.

Ricorda di far nominare i personaggi anche nel dialogo; se non si chiamano mai tra loro il risultato è che il pubblico non saprà mai i loro nomi.

Ambienti e scene

Ogni volta che introduci un nuovo ambiente nella storia (ma vale anche per i personaggi), fai sempre una descrizione rapida e funzionale sia dell’ambiente stesso che degli oggetti nella scena.

Attento però a non cambiare scene troppo velocemente, se queste sono troppo brevi potrebbero generare confusione.

Il dizionario, il tuo migliore amico

Il dizionario dei sinonimi e dei contrari dovrà diventare il tuo migliore amico.

Per questo lavoro non esiste un termine equivalente a un altro; ogni parola ha una sfaccettatura propria che si adatta meglio ad una situazione piuttosto che a un’altra. Una parola può inquietare maggiormente di un’altra, o far ridere più di un’altra.

Non dare mai le parole per scontate.

No alle frasi inutili

Scrivere una sceneggiatura non è come scrivere un racconto.

Se stai scrivendo un libro dovrai utilizzare molti elementi emozionali per colpire il tuo lettore, ma nel caso della sceneggiatura è diverso.

La sceneggiatura deve descrivere; quindi evita frasi del genere “Maria è felice”. Preferisci, al contrario termini che esprimono lo stesso significato, ma in maniera descrittiva: “Maria sorride”.

Occhio alla punteggiatura

In una sceneggiatura la punteggiatura è importantissima. Ma in che maniera?

La punteggiatura, in questo caso perde la sua connotazione letteraria per acquisire una nuova funzione espressiva; non ha più il compito di scandire il tono di una frase, ma diventa un vero e proprio strumento poiché sostituisce la macchina da presa

Inquadrature e movimenti di macchina sono, infatti, restituiti dalla lunghezza delle frasi e dall’uso della punteggiatura.

Un esempio? “Punto e a capo” è sinonimo di un cambio di inquadratura.

 

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