A quanti è capitato di andare al cinema per guardare il film Disney Pixar dell’anno e rimanere colpiti dal corto animato del pre-show? Alcune volte si ride, altre si fa fatica a trattenere la “lacrimuccia”.

I cortometraggi animati riescono sempre a colpire le corde più intime dell’animo grazie al loro linguaggio semplice e al tempo stesso complesso. L’animazione, nel senso più ampio del termine, acquisisce di anno in anno sempre più favore. Grazie ad alcune produzioni di altissimo livello questo genere è capace di incontrare i gusti di grandi e piccoli indistintamente.

C’è qualcosa nell’animazione, e nei cortometraggi animati in particolar modo, capace di prendere e trascinare, di risvegliare nello spettatore qualcosa di inaspettato: stupore, nostalgia, immaginazione. Il fatto di osservare immagini animate e non attori in carne e ossa crea un velo che separa la realtà dalla proiezione. Eppure, questa distanza rende più intimo il rapporto tra spettatore e personaggi. Immedesimarsi risulta fin troppo facile! Chi scrive e gira corti animati è ben consapevole di questo e riesce, nella maggior parte dei casi, a destreggiarsi con estrema bravura tra tutte le sfumature emozionali tipiche dell’essere umano lasciandoci di volta in volta senza fiato.

In questo articolo andremo a vedere i cortometraggi animati online da guardare subito e in maniera integrale. Sono numerosissimi i titoli che potrebbero rientrare in questa lista ma per correttezza abbiamo inserito solo quelli che potrai vedere subito online, molti dei quali nominati o vincitori degli Oscar.

I migliori cortometraggi animati online Disney-Pixar

Ogni anno la Disney Pixar sforna cortometraggi animati di altissimo livello. La storia ha consolidato la Disney Pictures come leader indiscusso nel campo dell’animazione e per questo ci sembra necessario creare una sezione appositamente dedicata.

Ecco i migliori cortometraggi animati online prodotti dalla Disney e dalla Pixar.

Steamboat Willie (1928)

Un classico intramontabile del 1928. La prima volta sul grande schermo del topo più famoso del mondo. Fu il primo film in assoluto della categoria a poter contare su una colonna sonora e dei “dialoghi” completamente sincronizzati. Ad onor del vero, prima di Steamboat Willie, fu Dinner Time della Van Beueren Studios a sfruttare questa tecnica, ma non ebbe alcun successo.

Steamboat Willie inizia con Topolino alla guida di un battello a vapore, mentre fischia tranquillo e spensierato fino all’arrivo di Pietro, il vero capitano dell’imbarcazione. Questo lo redarguisce richiamandolo ai ranghi in malo modo.  Gambadilegno si mette al timone e conduce la barca al molo “Podunk” per raccogliere un carico di bestiame. Insieme agli animali, arriva anche Minni che tenta in tutti i modi di salire a bordo del battello in partenza. Riuscirà solo grazie all’intervento di Topolino. Il resto è storia.

Nel caso in cui non dovessi conoscere la storia, puoi guardare il cortometraggio animato completo della Disney qui sotto!

Steambot Willie è stato un grandissimo pioniere ed esempio di narrazione breve. L’animazione è da sempre una delle tecniche più amate dell’audiovisivo e grazie alle tecnologie all’avanguardia per l’epoca e al genio indiscusso di Walt Disney, inizia la storia di uno dei Brand più amati di tutti i tempi.

 

Bao (2018)

Scritto e diretto da Domee Shi e prodotto dalla Pixar Animation Studios, questo cortometraggio animato è stato proiettato nelle sale cinematografiche nel 2018, prima del film Gli Incredibili 2.

Il corto è ambientato in Canada è vede come protagonista una donna cinese-canadese. Suo marito è costantemente impegnato con il lavoro e lei, sola in casa, soffre di solitudine. Un giorno però accade che mentre sta cucinando dei baozi, tipico cibo asiatico, uno di questi prende vita. La donna decide allora di prendersi cura di questo piccolo miracolo e lo cresce come un figlio. Crescendo il Baozi si dimostra estremamente curioso e tendente a sperimentare tutto ciò che potrebbe vivere un “bambino vero”. La madre si dimostra sin da subito estremamente protettiva e cerca in tutti i modi di controllare il piccolo baozi, impedendogli di giocare con gli altri bambini.

Man mano che cresce, il piccolo cerca di rendersi sempre più indipendente, processo che però fa sentire la madre ignorata e nuovamente sola. Quando infine Bao torna a casa con una fidanzata e l’intenzione di lasciare il “nido”, la madre, in preda allo sconforto, mangia il figlio scoppiando a piangere subito dopo. Sconsolata e depressa, la donna piange sola sul letto quando il marito entra in camera portando una sorpresa.

Bao è stato candidato agli Oscar 2019 per l’abilità con il quale è stato prodotto e per i suoi contenuti. Analizzando il tema del corto animato, viene naturale la riflessione sul ruolo che l’animazione ricopre in questi anni: se si pensa alle dinamiche con le quali Bao è stato distribuito (Pre-show de Gli Incredibili 2), si intuisce che non è indirizzato a quella generazione cresciuta con i capolavori Disney.

 

PaperMan (2012)

Altro cortometraggio della Walt Disney girato da John Kahrs, vincitore dell’Oscar come miglior cortometraggio d’animazione nel 2013. Viene proiettato nelle sale cinematografiche come pre-show per Ralph Spaccatutto e guadagna subito grande notorietà per la cura con il quale è girato e per i contenuti.

Il corto racconta la storia di George e Meg, due sconosciuti nella Manhattan degli anni 40, che entrano l’uno nella vita dell’altro alla fermata del treno. George rimane folgorato dalla bellezza della ragazza e quando scopre che lavora nell’edificio difronte al suo, cerca di attirare la sua attenzione lanciando degli aeroplanini di carta fatti con le pratiche del lavoro. Dopo molti insuccessi e un rimprovero da parte del capo, George tenta di raggiungerla in strada all’uscita dall’ufficio. Anche questo ultimo tentativo si rivela un fallimento, ma quando tutto sembra perduto, gli aeroplani lanciati in precedenza si animano e prendono le parti di un insolito cupido.

 

Piper (2016)

Corto statunitense girato da Alan Barillaro e prodotto dalla Pixar Animation Studios uscito nel 2016. Anche per Piper il lancio è stato durante il pre-show di un lungometraggio della Disney: Alla Ricerca di Dory. Ha vinto il premio Oscar nel 2017 come Miglior Cortometraggio d’Animazione, dimostrando ancora una volta la maestria della Pixar nel confezionare contenuti di assoluta qualità.

Il corto è incentrato su un piovanello pulcino, Piper, che viene incoraggiata dalla madre a far parte dello stormo e di aiutare nella ricerca del cibo. Il primo impatto con il mare per la pulcinella non è dei migliori: travolta da un’onda, rimane terrorizzata dall’acqua. Mentre riluttante osserva i compagni fare la loro parte per lo stormo, Piper scorge dei paguri che si procacciano il cibo scavando nella sabbia. Ragionando fuori dagli schemi e apprendendo dagli “altri” Piper riesce a trovare una soluzione alternativa al suo problema acquistando coraggio e trovando il suo posto nello stormo.

Piper sembra volerci dire che nonostante le difficoltà e le paure, tutti abbiamo un ruolo da ricoprire e una missione da compiere. Basta avere il coraggio di essere se stessi e ragionare al di fuori degli schemi, senza lasciarsi abbattere dagli ostacoli che ci si parano davanti.

Day and Night (2010)

Conosciuto in Italia anche come “Quando il Giorno incontra la Notte”, questo corto statunitense prodotto dalla Pixar Animation Studios unisce disegni realizzati a mano con la CGI. Viene proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo in apertura di Toy Story 3.

Giorno e Notte sono due personalità ben distinte, opposte e ai ferri corti. Eppure, sono due metà complementari, due facce della stessa medaglia. Attraverso i loro corpi è possibile vedere lo svolgersi della vita, nei due momenti della giornata che ognuno di essi rappresenta. Si alternano in questo modo scene di diversi luoghi, sia durante il giorno che la notte, mostrando come nei diversi momenti cambia ogni cosa.

Las Vegas di giorno è calma e senza particolare attrattiva, mentre “attraverso” la Notte, la città si illumina e diventa viva e vibrante. Una piscina che nel Giorno è piena di bagnanti, la notte è vuota e chiusa. Man mano che le due personalità si scontrano a suon di colpi, imparano anche a conoscersi, fino a superare le differenze e riconoscere il bello nell’uno e nell’altro. I due cominciano a ballare e festeggiar insieme, finché dalla radio arriva un messaggio di Wayne Walter Dyer che invita gli ascoltatori a non diffidare dal diverso, dall’abbracciare le differenze: sono le cose sconosciute quelle più interessanti.

Le immagini, i suoni e i colori si rincorrono in questo corto animato che lascia grande respiro al movimento e al gioco dei contrasti tra notte e giorno. Magistralmente girato è stato anche nominato agli Oscar del 2011, senza però riuscir a vincere la statuetta.

Kitbull (2020)

La Pixar Animation Studios presenta un altro corto candidato agli Oscar: Kitbull. Diretto da Rosana Sullivan, il cortometraggio animato di casa Disney viene rilasciato inizialmente sulla piattaforma Disney+, per essere poi distribuito anche su YouTube.

I protagonisti di questa breve storia, finemente disegnati, sono due animali: un gattino randagio e un Pitbull. Il piccolo gatto vive da solo girovagando per le strade di una città imprecisata e ha fatto il suo “covo” in una scatola di cartone lasciata in un vicolo. La sua tranquillità viene minacciata quando arriva il cane nel vicolo, condotto al guinzaglio da due uomini dall’aria poco raccomandabile. Lasciano il pitbull legato nel vicolo ed entrano in un edificio.

Tra i due animali inizia subito un rapporto basato sulla diffidenza, principalmente a causa del gatto, terrorizzato a morte dalla stazza del cane. I due cuccioli interagiscono e nonostante le frizioni, si abituano l’uno all’altro col passare del tempo. La vita per il piccolo di Pitbull non è però semplice: i due uomini hanno preso il cane per farlo combattere in incontri clandestini. Riuscirà il piccolo gattino ad aiutare il suo amico-nemico a sfuggire il suo destino?

Kitbull racconta un’amicizia i cui propositi sono diffidenza e differenze, ma che si forgia grazie all’empatia. Un messaggio intelligente ed estremamente attuale, veicolato in maniera quasi infantile. Ma non dovete lasciarvi ingannare dai disegni e le atmosfere colorate e fanciullesche, perché Kitbull sa colpire al cuore e far riflettere.

Altri cortometraggi animati online da guardare subito

Non solo Disney e Pixar! Sono numerose le case di produzione, indipendenti e non, capaci di regalare emozioni con corti di altissimo livello. Molti di questi corti hanno vinto l’Oscar o sono stati nominati, tra cui Lost&Found che è ha vinto anche all’ultima edizione del Roma Creative Contest.

Goditi questi altri meravigliosi titoli.

Hair Love (2020)

Una bambina dalla folta chioma e un padre moderno, giovane e inesperto. La piccola si sveglia felice guardando il calendario: oggi è un giorno speciale, anche se non ne conosciamo ancora il motivo. Lei corre in bagno e cerca sul suo tablet qualche tutorial su come acconciarsi i capelli. Il risultato non è nemmeno lontanamente quello sperato e così confida nell’aiuto del padre. Ovviamente il ragazzo non ha idea sul dove mettere le mani dal momento che prima era la mamma a occuparsi di queste cose e così, dopo numerosi tentavi sbagliati, decide infine di lasciar perdere.

La bambina triste, scappa in bagno, ma dopo qualche minuto, decide di aprire al padre per mostrargli un video che ritrae la piccola con la mamma. I due insieme riprovano seguendo le istruzioni nel video e, con i consigli dell’esperta riescono nell’impresa di eseguire l’acconciatura perfetta. Insieme poi si dirigono all’ospedale dove ad aspettarli c’è proprio la madre…

Hair Love è un corto moderno e lo esprime in ogni suo minimo particolare: dagli strumenti alle dinamiche familiari, perfino attraverso i disegni e i suoni. Ma è solo la forma a cambiare e ad adattarsi ai tempi. I contenuti rimangono estremamente profondi e comunicano, con una facilità disarmante, il ruolo che l’amore ricopre all’interno del nucleo familiare.

Il cortometraggio, della Sony Pictures Animation, è candidato agli oscar.

Age of Sail (2019)

Un cortometraggio animato di altissima qualità nato dal progetto Google Spotlight Stories e diretto da John Kahrs, già premio Oscar per Paperman.

Age of Sail racconta dell’ultimo viaggio di una piccola imbarcazione a vela alla deriva nell’Oceano Atlantico del Nord nel 1900. A bordo, naviga da solo il capitano William Avery, doppiato da Ian McShane, un uomo anziano e indurito da tanti anni passati a solcare i mari. Ormai rassegnato al fatto che non c’è più posto per un uomo come lui nella nuova era delle imbarcazioni a vapore, il capitano Avery si ubriaca in mare deciso a non rientrare più in porto. I suoi piani cambiano quando una ragazza, Lara, cade fuori bordo da una nave a vapore in transito.

Age of Sail è la storia di un uomo alla deriva, sia in senso metaforico che letterale. Ormai troppo “vecchio” per i tempi che cambiano, il capitano Arvey rappresenta l’uomo che ha fatto il suo tempo, che è troppo stanco per ricominciare e che se proprio deve andare, decide di farlo nel modo che preferisce: cullato dalle onde del mare. Si possono leggere molti parallelismi con l’attuale società e il passaggio da un’era tecnologica all’altra: con l’arrivo delle novità, sono molti quello che restano indietro, nostalgici di un tempo più “semplice”. Ma basta poco per ritrovare lo spirito giusto e rimettersi in gioco dando tutto quello che si può e questo corto riesce ad esprimerlo egregiamente.

Lost & Found (2018)

Un cortometraggio animato in stop motion che ha il grande pregio di emozionare senza grandi virtuosismi tecnici. Ideato da Andrew Goldsmith e Bradley Slabe, Lost & Found è la chiara espressione di quanto un prodotto ben fatto sia capace di muovere e toccare determinate corde dell’anima. Al centro di questa storia d’amore ci sono due pupazzi di stoffa un dinosauro e una volpe.

Il primo si sveglia dopo una notte di sonno e saluta da lontano il suo amore, la volpe, la quale è intenta a gettare sassi in un pozzo. Quando questa cade per sbaglio in acqua e fatica a rimanere a galla, il dinosauro decide di correre in suo aiuto, ma saltando dal tavolo sul quale era confinato, rimane impigliato a un chiodo. Senza pensarci troppo, il coraggioso animale di stoffa decide di salvare la piccola volpe, anche a costo della propria vita: il filo impigliato al tavolo si srotola ad ogni passo. L’amore della vita e la fine della stessa sono al termine della corsa disperata, il gesto di affetto definitivo.

Questa semplice idea è stata accolta calorosamente in numerosi palcoscenici ed è stata presentata anche al Roma Creative Contest dove si è aggiudicata il premio come Miglior Cortometraggio d’Animazione. Un’ode all’amore puro e semplice, che supera le distanze e le difficoltà. Un rapporto così completo, che nemmeno la “morte” riesce a intimorire. Difficile trovare una morale che non sia banale come “l’amore è più forte di ogni cosa”, eppure Lost & Found si impone come un gioiello di rara bellezza per la potenza e la facilità con la quale riesce a emozionare.

One Small Step (2018)

Prodotto da Taiko Studios, One Small Step e diretto da Andrew Chesworth e Bobby Pontillas, ha vinto numerosi premi e si è guadagnato un posto d’onore nell’olimpo dei cortometraggi animati.

One Small Step is our love letter to everyone who chased that impossible dream, and the family that supported them through it. […]” (One small Step è la nostra lettera d’amore a chiunque abbia inseguito quel sogno impossibile e alla famiglia che li ha supportati durante il tragitto)

Andrew Chesworth

Queste sono le parole del regista di questa piccola perla animata del 2018 della durata di 7 minuti. Un’ode a quei coraggiosi che tentano con tutte le forze di seguire i loro sogni e alle famiglie che li supportano, tra le difficoltà e le gioie.

Il corto racconta la storia di Luna, una ragazza di origini cinesi-americane che sogna di diventare astronauta dal giorno in cui ha assisto al lancio di uno shuttle in tv. Il padre, calzolaio, supporta la figlia come può, assecondando il suo sogno e rimanendole vicina durante i momenti difficili. Le difficoltà si susseguono e prendono pieghe drammatiche e inaspettate, tanto che il sogno sembra irrealizzabile. Nel momento più buio Luna trova la forza per non arrendersi e rendere possibile l’impossibile. Questo percorso è reso ancora più emozionante quando alla base di tutto si trova il rapporto tra un padre e sua figlia.

Il rapporto familiare è da sempre una delle tematiche più sentite dal pubblico: risulta estremamente facile immedesimarsi con i protagonisti. Luna e suo padre fanno una vita molto semplice e le scene fanno capire benissimo quanto i due siano vicini. L’assenza dei dialoghi lascia il palcoscenico alla potenza delle immagini, al ripetersi della routine e al mutamento del rapporto, man mano che le difficoltà e le delusioni aumentano e alla distanza che pian piano si crea e divide gli affetti. Ma un legame tanto profondo non si può spezzare e, anche se è troppo tardi per riavvicinarsi, i sentimenti tornano con prepotenza e con loro la voglia di farcela, non più solo per se stessi, ma anche per le persone care che hanno sempre creduto in noi.

Negative Space (2017)

L’idea per Negative Space è venuta ai due registi, Max Porter e Ru Kuwahata, grazie all’omonima poesia di Ron Koertge. Il corto, così come la poesia, racconta il rapporto difficile tra un figlio e suo padre, costantemente in viaggio per il lavoro. Il corto è magistralmente girato e concentra in cinque minuti la vita di una famiglia qualunque, con tempi lenti e colori cupi, mentre una calda voce recita le parole di Koertge.

Il padre insegna al figlio come preparare una valigia e così il piccolo, ogni volta che deve salutare il papà, lo aspetta alla porta con il bagaglio pronto. La madre, che non condivide la vita del marito e non possiede l’Abilità (“knack”) necessaria, non si prende la briga di preparargli il necessario per il viaggio e si limita a guardarlo con freddezza. Il difficile rapporto tra padre e figlio si risolve attorno a un semplice messaggio, “perfetto”. Ogni volta che giunto in una nuova città apre la valigia e vede quello che è riuscito ad insegnare al figlio, lo ringrazia così, facendo la sua felicità. Anche l’addio tra i due, il giorno del funerale del padre, ruota attorno al loro rapporto particolare, lasciando l’amaro in bocca.

Questo corto mette in evidenza una situazione difficile che molti sono portati a vivere oggigiorno, la distanza dagli affetti e l’incapacità di comunicare a un livello più profondo. Sicuramente Negative Space fa riflettere e la sua intelligenza è valsa ai due registi la nomination agli oscar del 2018

The Present (2014)

Diretto da Jacob Frey, il corto è basato su una striscia a fumetti di Fabio Coala, “Perfeição”, e parla di un ragazzo e delle sue difficoltà che supera proprio grazie a un “regalo”. Grazie a The Present, Jacob Frey ha ottenuto un posto di lavoro alla Pixar e alla Walt Disney.

Il giovane passa le giornate in casa a giocare con i videogiochi, con le serrande abbassate, noncurante del mondo al di fuori delle mura domestiche. Giorno dopo giorno la routine non cambia finché la madre torna a casa con uno scatolone contenente un regalo per il figlio. Dalla scatola esce fuori un cucciolo di cane al quale manca una delle zampe posteriori. Il cane si dimostra da subito curioso e cerca di interagire col padroncino che però, inizialmente, ignora l’animale e continua a dedicarsi ai suoi giochi.

La tenacia del cucciolo viene ricompensata quando il giovane che decide di accontentarlo e di lasciare il joystick per giocare con lui. Fra i due c’è un’intesa speciale che non può essere ignorata e che li unisce: il ragazzo ha una gamba amputata all’altezza del ginocchio.

Grazie al loro rapporto il giovane ritrova la voglia di “esplorare” il mondo e accettare in qualche modo la sua condizione. Affrontare le difficoltà in compagnia rende tutto meno doloroso e le sofferenze (sia mentali che fisiche) diventano meno limitanti. Un concept semplice per un corto diretto ma di grande impatto che ha vinto numerosi premi e ricevuto un’ottima risposta dal pubblico.

Alike (2015)

Scritto e diretto da Daniel Martínez Lara e Rafa Cano Mendéz e distribuito dalla Pepe School Land, Alike ha registrato un enorme successo, grazie anche alla viralità acquisita attraverso i social media.

Alike è l’emozionante storia di un padre, Copi, e suo figlio, immersi in una società dai colori grigi. Non esiste creatività e il conformismo la fa da padrone. L’ordine e l’etica del lavoro “spengono” i colori degli uomini e delle donne e rubano tutta la musicalità e spensieratezza della vita.

Il figlio di Copi però ha ancora speranza di salvarsi e sfuggire al suo grigio destino. Camminando per strada assieme al padre, incontra un violinista che suona nel parco, dal colorito violaceo: la musica lo rende “diverso”. Il bambino si ferma qualche secondo divertito ad ascoltare, quando il padre lo richiama per andare a scuola.

I giorni passano e il piccolo cerca di esprimere in tutti i modi la propria creatività, venendo puntualmente represso dalla scuola e dalla società. Vedendolo sempre più rassegnato, Copi decide di aiutarlo. Lo porta al parco dove avevano visto il violinista la prima volta, senza però trovarlo. Sarà allora il padre a esibirsi risollevando lo spirito di suo figlio e riacquistando insieme a lui i colori.

Sembra palese quello che Alike cerca di comunicare: non bisogna mai rinunciare alla propria creatività, alla propria personalità. Conformarsi e seguire schemi preimpostati e stabiliti da altri, non produce altro se non grigiore. Vivere e rimanere se stessi è la chiave per godersi un mondo fullcolor.

The tree (2018)

Diretto da Yang Han e Malek Basil e distribuito dalla Goeblins, questo cortometraggio animato è disegnato con grande maestria ed è capace di parlare direttamente alle corde più intime del cuore.

Un anziano vive isolato in una terra completamente arida, dove l’acqua scarseggia e non esiste vegetazione, ad eccezione di un piccolissimo ramoscello piantato nel terreno, che non da segni di fiorire. L’alberello rappresenta una promessa, il sogno irrealizzato della figlia persa molti anni prima a causa di una malattia. L’anziano imperterrito innaffia l’alberello, giorno dopo giorno, nella speranza di vederlo crescere e mettere le foglie, proprio come la figlia avrebbe voluto. A interrompere la monotonia delle giornate, tutte uguali e vuote, arriva una spaventosa tempesta di sabbia che minaccia di spazzare via quell’ultima, flebile, speranza di vita che è l’alberello. Le nuvole impietose si abbattono sull’abitazione e il buio inghiotte tutto. Sarà la fine o un nuovo inizio?

Dear Basketball (2017) – Kobe Bryant

Una doverosa menzione va fatta a “Dear Basketball” di Kobe Bryant diretto da Glen Keane. Il campione recentemente scomparso ha voluto mettere tutto se stesso in questi cinque minuti, non tanto per i fan, quanto per il Basketball e l’amore sconfinato che ha provato per questo magnifico sport.

Il corto di Kobe Bryant ha segnato un momento talmente importante nella storia sportiva dell’NBA e degli USA da guadagnarsi la nomination agli Oscar del 2018. Le immagini disegnate a matite ritraggono un giovanissimo Kobe e i suoi sogni. La passione e la determinazione che hanno segnato la sua vita e che lo hanno portato a diventare uno dei campioni indiscussi della pallacanestro.

Una serie di versi, letti dal gigante buono in persona, dove racconta tutto quello che la pallacanestro ha significato per lui. La loro personalissima storia d’amore, dagli albori e i “calzini arrotolati”, fino alla divisa dei Lakers e la gloria. Con questa opera l’atleta comunica la sua decisione di ritirarsi dai campi.