Con il termine cortometraggio si suole indicare un film di durata non superiore ai trenta minuti.
Chiamato anche “corto”, può avere carattere documentario o narrativo, con una trama unica e lineare che occupi l’intera durata del film; durata che per la legge italiana può arrivare fino a 75 minuti
Il cortometraggio, in passato, veniva utilizzato come anticamera per la produzione di lungometraggi, ed era per molti, infatti, l’equivalente di un racconto rispetto al romanzo.
Al giorno d’oggi la situazione non risulta essere granché cambiata.
Sono perlopiù giovani aspiranti registi e sceneggiatori che scelgono di cimentarsi nella creazione di queste opere, riuscendo a far sposare il proprio talento con i più bassi costi di produzione che questo strumento particolarmente complesso offre.
Tuttavia, sarebbe sciocco considerare il cortometraggio come un “film corto”, perché esso risulta essere profondamente diverso dai lungometraggi non solo in chiave di durata, ma anche in chiave di concezione e tecniche di produzione.
Non di rado, infatti, anche importanti registi del panorama del cinema italiano ed internazionale scelgono di produrre un corto anziché un lungometraggio, e ciò permette di comprendere come questo mezzo venga utilizzato per scopi diametralmente opposti a quelli di un normale film.
Ma come si realizza un cortometraggio e quali sono le tecniche più comuni e basilari per potersi cimentare in tale attività?
1. Creare un cortometraggio non vuol dire creare un film breve
Ci sono numerose differenze fra un cortometraggio ed un lungometraggio oltre alla suddetta durata della pellicola.
Nei film di normale durata ci sono diverse aspettative riguardo il personaggio e una differente complessità della trama che a sua volta si snoderà in un numero variabile di sottotrame.
Il cortometraggio può essere sviluppato con modalità semplificate e può seguire linee narrative potenzialmente più libere.
Questa sua semplicità di racconto risiede in un numero di personaggi più ristretto e in una trama con un livello di elaborazione più semplice.
I tratti distintivi di un cortometraggio sono:
- un solo personaggio
- un’unica trama
- la rinuncia alle sottotrame
Il tutto partirà, chiaramente, dalla vostra idea originale, la vera e propria scintilla che vi aiuterà a plasmare l’intera vostra opera.
2. Il personaggio di un cortometraggio possiede una sola dimensione
I personaggi protagonisti di un cortometraggio sono anche detti personaggi “brevi”.
Questi devono essere monodimensionali e stereotipati.
Ciò non vuol dire che i personaggi che si andranno a creare presenteranno assenza di caratterizzazione, ma le loro sfaccettature andranno limate prima di portarle all’esterno.
In un lungometraggio, non di rado, i personaggi presentano una singolare evoluzione durante lo snodo della trama, e ciò porta il pubblico a parteggiare per loro, ad emozionarsi per loro e per giunta a cambiare le impressioni che avevano inizialmente avuto nei loro confronti.
Un personaggio breve raramente si evolve, o se lo fa questa evoluzione risulta essere meno percettibile.
I personaggi brevi hanno uno scopo, e questo viene portato a termine alla fine del corto.
3. Se non hai a disposizione un budget corposo chiedi aiuto a persone in possesso di una strumentazione adatta
Un cortometraggio dà la possibilità di affrontare costi minori rispetto alla creazione di una pellicola comune.
Ciò non di meno non bisogna pensare che il lavoro che ne risulterà debba essere di qualità inferiore rispetto ad un lungometraggio.
Ci sono standard di produzione, di suono, di immagini e di montaggio video che devono essere soddisfatti in tutto e per tutto.
Proprio per questo anche quando si ha intenzione di realizzare un corto bisogna essere muniti della giusta strumentazione per far sì che il risultato sia soddisfacente.
Una soluzione a questo problema, se non disponete di un budget sufficiente, è proprio quella di circondarsi di persone che condividano la vostra stessa passione (arte, cinema, musica, fotografia) e spronarle ad unirsi a voi e al vostro progetto, in modo tale che possano mettere a disposizione le loro capacità e le loro attrezzature.
4. Affiancare un’ottima recitazione ad un’ottima sceneggiatura
Scrivere un’ottima sceneggiatura non è di certo un compito facile.
Questa può essere un lavoro particolarmente ostico se non si è affini a determinate attività e se non c’è una passione intrinseca a muovere le vostre azioni.
Ancora una volta potreste farvi aiutare da qualcuno che condivida il vostro amore per le produzioni cinematografiche e che possieda delle spiccate capacità lessicali.
Ad una buona sceneggiatura deve necessariamente essere affiancata una significativa interpretazione, ragion per cui la scelta delle persone che interpreteranno i vostri personaggi brevi deve essere oculata.
Un consiglio utile può essere quello di organizzare dei casting, in maniera tale da poter scegliere avendo di fronte un bacino d’utenza molto ampio.
Anche in questa fase potrete farvi aiutare da persone competenti che possano consigliarvi ed indirizzare le vostre scelte verso i candidati più adatti da poter selezionare.
5. Cercare di emozionare con un finale col botto
Un colpo di scena finale può essere ciò che farà fare la differenza al vostro lavoro.
Colpi di coda, rivelazioni e ribaltamenti di situazione, piuttosto che una risoluzione che rovescia le aspettative manterranno alti i livelli di tensione e di sorpresa dei vostri spettatori.
L’epilogo del vostro cortometraggio deve essere in grado di giustificare qualunque intreccio della vostra trama, anche le situazioni più improbabili e spettacolari.